Ad Agosto 2017, la Food and Drug Admnistration (FDA) negli Stati Uniti ha approvato l’utilizzo di terapie che si basano sull’immuno-oncologia, per il trattamento nei bambini della leucemia linfoblastica acuta (ALL in inglese, acute lymphoblastic leukemia) e per i giovani adulti con linfomi avanzati. Si tratta di un passo in avanti nella lotta contro il cancro in generale e in particolare per quanto riguarda la lotta ai linfomi. Vediamo cosa è l’immuno-oncologia e perché ha le potenzialità per rivoluzionare la terapia anti-tumorale.

L’immuno-oncologia è un concetto strettamente legato a quello della immuno-terapia, perciò partiamo da questo. L’immuno-terapia si basa sull’utilizzo delle difese naturali dell’organismo per combattere le malattie, l’immuno-oncologia è l’applicazione dell’immuno-terapia alla lotta contro il cancro. Perciò l’immuno-oncologia stimola il nostro sistema immunitario a reagire e combattere le cellule cancerose che invece hanno dei sistemi che le consentono di nascondersi e di non attivare la risposta immunitaria. Se succede questo, il cancro avanza.

Vediamo più nel dettaglio che cosa ha approvato l’FDA lo scorso anno. Si tratta di una terapia denominata Kymriah e commercializzata da Novartis, uno dei colossi farmaceutici. Non si tratta però di un farmaco che si deve prendere per lungo tempo o magari per tutta la vita ma piuttosto di un trattamento specifico per ogni singola persona. Infatti, le cellule immunitarie del paziente, i linfociti T, vengono estratti e modificati geneticamente utilizzando un virus, per poi essere re-immessi nel malato e attivarsi contro il tumore.

Qual è l’attuale alternativa? E’ l’utilizzo di farmaci chemioterapici, la chirurgia e le radiazioni. Tutti sistemi che portano con se effetti collaterali e che possono uccidere anche altre cellule non responsabili del tumore. L’immuno-oncologia invece è molto specifica e colpisce solo le cellule tumorali o quasi. Inoltre, l’immuno-oncologia si applica ai tumori in qualsiasi stadio di progressione (di solito i tumori vengono classificati da stadio I a IV) e gli studi disponibili indicano che ha maggiore effetto rispetto alle terapie tradizionali. Diciamo che con l’immuno-oncologia è come se il medico avesse a disposizione un fucile di precisione invece che un mitragliatore senza puntatore. Per ora l’efficacia di questo fucile di precisione si è dimostrata essere dell’83%, ovvero 83 malati su 100 guariscono dal linfoma (ricordo che si tratta di pazienti in età pediatrica o malati di leucemia al di sotto dei 25 anni).

Fino a qui ci sono solo buone notizie, purtroppo c’è un particolare non trascurabile: il costo della terapia è per ora di circa 400 mila euro. Tuttavia, bisogna considerare che gli attuali trattamenti devono essere eseguiti per molti anni e hanno costi annuali di parecchie decine di migliaia di euro (considerando i costi a carico del paziente e della struttura sanitaria che lo ha in cura), mentre l’immuno-oncologia è un trattamento che si esegue una sola volta. Da non trascurare anche gli effetti psicologici, da un lato (chemioterapia e radiazioni) abbiamo la necessità di convivere con un trattamento e una malattia che può sempre mostrare recidive, dall’altro (immuno-oncologia) con un singolo trattamento il paziente guarisce. Un altro fattore da tenere in considerazione è costituito dagli effetti collaterali, ancora in fase di studio approfondito a causa del relativo basso numero di persone trattate, ma anche i farmaci chemioterapici e le radiazioni ne hanno.

In conclusione, l’immuno-oncologia è molto promettente dal punto di vista dell’efficacia (83% di guarigioni) e seppur per ora si sia applicata con successo solo al trattamento dei linfomi (tumori liquidi perché del sangue) in età pediatrica e nei giovani adulti, ci sono buone speranze che possa presto essere applicata anche su altri tumori, in particolare i tumori solidi.

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