Spesso ci chiediamo perché un farmaco abbia un costo elevato e la risposta più diffusa è: la ricerca per arrivare a un farmaco costa molto. Risposta corretta ma non completa.
Mediamente una industria farmaceutica di dieci molecole che sperimenta, riesce a commercializzarne solo una e il tempo impiegato per completare tutto il percorso di validazione della molecola va dai 15 ai 20 anni, tuttavia quel singolo farmaco che viene venduto in farmacia deve ripagare la ricerca e tutti gli sforzi fatti anche per gli altri nove farmaci che non hanno completato l’iter sperimentale e/o clinico. Ma non finisce qui. Quel singolo farmaco che ha superato tutte e 4 le fasi sperimentali e cliniche viene messo sul mercato solo in seguito all’approvazione degli organi preposti, la Food and Drug Adminnistration (FDA) negli Stati Uniti e la European Medicines Agency (EMA) in Europa che valutano gli studi condotti per ciascuna indicazione, ovvero se un farmaco è efficace per due sintomi differenti devono essere condotti studi differenti e di conseguenza i costi raddoppiano. L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ha divulgato risultati molto interessanti, che puoi leggere qui.
Tutto questo iter è a favore del paziente che viene quindi tutelato e protetto dalla messa in commercio di farmaci che non garantiscono i livelli di sicurezza ed efficacia accettati da FDA e EMA. Bisogna tenere sempre bene a mente questo concetto, soprattutto quando ci confrontiamo con farmaci che provengono da altre Paesi e che non forniscono le stesse garanzie, perciò è piuttosto ovvio che costino meno. Inoltre, dobbiamo sempre tenere a mente anche che le case farmaceutiche sono aziende commerciali che devono fare profitto, come una qualsiasi azienda commerciale.
Scopri come viene calcolato il prezzo di un farmaco.
In aggiunta, dobbiamo sapere che se una casa farmaceutica immette sul mercato un farmaco che fa risparmiare al Sistema Sanitario Nazionale (SSN) costi cospicui relativi alla degenza di un malato o un invalido, la casa farmaceutica è autorizzata a parametrare il costo del farmaco anche in base al risparmio che ne deriva per lo Stato.
Negli ultimi anni, lo Stato contratta il prezzo dei farmaci che possono essere venduti sul territorio Nazionale. Ovvero la casa farmaceutica non può uscire sul mercato Italiano con un farmaco al prezzo che vuole ma deve venderlo al prezzo “imposto” dallo Stato Italiano. Tale prezzo, ovviamente è più basso di quello che la casa farmaceutica vorrebbe ma l’imposizione dello Stato mira a tutelare il paziente/contribuente in quanto il costo della Sanità è uno dei capitoli di spesa maggiori per le casse dello Stato e di conseguenza deve essere monitorato. Il primo pensiero che potrebbe venire in mente è che la casa farmaceutica per ottenere lo stesso profitto riduca le fasi di sperimentazioni o le faccia in modo che costino di meno. SBAGLIATO! FDA e EMA sono garanti della sicurezza ed efficacia del farmaco, perciò tali tagli non sono tollerati.
Noi cittadini/pazienti per un grande numero di farmaci abbiamo anche una via alternativa da seguire per risparmiare: i farmaci generici o meglio equivalenti. Contengono lo stesso principio attivo e sono soggetti allo stesso livello di controllo dei farmaci “di marca”. E’ lo stesso concetto dell’aereo di una compagnia di bandiera e una low cost, gli aerei sono gli stessi, identici, i controlli di sicurezza anche, le differenze che incidono sul prezzo sono i servizi che vengono offerti. Allo stesso modo il farmaco generico costa meno perché non ha i costi di marketing, di marchio che gravano sui farmaci venduti dalle grandi case farmaceutiche.
In conclusione, sono tanti i fattori che influenzano il prezzo di un farmaco e come al solito dobbiamo informarci bene e da fonti attendibili prima di giudicare e alzare gli scudi contro chiunque.