LEA, un acronimo che significa Livelli Essenziali di Assistenza. Ovvero sono le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale, ovvero le tasse. In alcune Regioni Italiane qualcuno, scherzando, ma non troppo, li definisce Livelli Eventuali di Assistenza.
Nel 2017, il Ministero della Salute ha effettuato un monitoraggio dei LEA e, utilizzando opportuni indicatori, ha individuato delle criticità in alcune Regioni. Ma partiamo dalle buone notizie: ben 16 Regioni Italiane erogano un buon livello di LEA, quindi i pazienti degli Ospedali che si trovano in queste Regioni, sono ben assistiti da vari punti di vista. Non si può dire la stessa cosa per la Campania, Valle d’Aosta, Sardegna, Calabria e Provincia Autonoma di Bolzano, Regioni nelle quali le maggiori criticità si trovano nell’area della prevenzione, screening e coperture vaccinali e nell’area distrettuale, ovvero residenziali anziani e disabili.
Recentemente ho scritto di come si è evoluta la Sanità in Italia (ne parlo qui) e il fatto che il nostro SSN sia in realtà su base regionale, è uno dei motivi (non l’unico) per cui ci sono delle differenze macroscopiche nell’assistenza sanitaria tra le Regioni. Facciamo alcuni esempi di nuovo legati ai LEA.
Prendendo come esempio il diabete, 4 milioni di pazienti in Italia, ci sono delle differenze importanti tra Regione e Regione per quanto riguarda la rimborsabilità, modalità di accesso e costo dei dispositivi per il controllo del diabete. I pazienti con diabete di tipo 1 in Sicilia hanno diritto a 25 test gratuiti al mese, in Abruzzo, Molise e Toscana a 250 test gratuiti al mese. Per i pazienti con diabete di tipo 2 la situazione non cambia, cambiano solo le Regioni nelle quali il limite minimo e massimo sono significativamente diversi. Se consideriamo invece la prescrizione di farmaci, in Liguria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Calabria e Toscana tutti i centri diabetologici sono autorizzati alla prescrizione, in 3 Regioni circa il 75% dei centri sono autorizzati, in una Regione il 50%, in 3 Regioni circa il 25% e in Piemonte, Lazio, Puglia e Veneto sono autorizzati solo pochi centri.
Ma cosa succede a proposito di farmaci e cure innovative?
Purtroppo anche in questo ambito la divisione su base regionale del SSN non aiuta a mio modo di vedere. Infatti, in alcune Regioni i dispositivi medici o i farmaci sono gratuiti per alcune categorie di pazienti e in altre Regioni sono a carico dei cittadini. Inoltre, anche in quelle Regioni dove il SSN rimborsa il farmaco o il dispositivo medico, i criteri sono completamente diversi da Regione a Regione.
Stiamo vivendo un’epoca in cui le cure sanitarie si stanno evolvendo da cure generaliste a cure personalizzate (per saperne di più leggere qui e qui). Cure che terranno conto della nostra genetica, del nostro stile di vita e anche del nostro microbiota. La medicina personalizzata sarà possibile per tutti i cittadini, solo se tutti i cittadini avranno la possibilità di accedere agli stessi livelli di assistenza, altrimenti continueremo ad avere una sanità a due, o più velocità, in Italia. Continueremo ad avere flussi migratori sanitari da una Regione a un’altra, tipicamente da Sud a Nord. Continueremo ad avere situazioni di malasanità spesso non per colpa dei medici ma delle condizioni nelle quali sono costretti a svolgere il loro operato.
Come ho già scritto in un articolo precedente, la Sanità pubblica italiana è una delle migliori, tuttavia, servono investimenti e soprattutto misure che consentano l’equità di accesso allo stesso livello di cure. Molte associazioni vigilano su questo importante tema come potete leggere qui.
Ecco un video nel quale si possono ascoltare le ultime novità sui LEA.