Cinquant’anni fa due uomini compirono un piccolo passo e fecero compiere un grande balzo all’umanità.

Ma tanti si chiedono ancora oggi quanto sia stato grande questo balzo e quali vantaggi porta all’uomo?

Iniziamo dicendo che fin dall’anno della sua costituzione, 1958, il Congresso degli Stati Uniti stabilì che l’Agenzia Spaziale doveva condividere le scoperte e i brevetti al fine di renderli disponibili per tutti e convertirli in prodotti commerciali.

Tralasciando l’importanza dell’esplorazione spaziale, di cui parlano le riviste specializzate abbondantemente in questi giorni, la ricerca in vari settori, che ha portato a realizzare i voli spaziali, ha consentito lo sviluppo di tantissimi oggetti, processi e materiali che utilizziamo quasi ogni giorno. Se volete sapere quali sono leggete qui.

Anche la medicina ha ricevuto i suoi benefici. Vediamo alcuni.

Alcune nuove invenzioni provengono da esigenze tipiche dello spazio che hanno poi trovato applicazione sulla Terra. Oppure, la NASA non ha inventato una tecnologia ma l’ha migliorata, come nel caso della Risonanza Magnetica per Immagini (MRI) che era già stata inventata ma che è stata notevolmente migliorata per acquisire immagini della Luna e poi questi miglioramenti sono stati applicati agli MRI che oggi troviamo negli ospedali e hanno portato allo sviluppo della così detta tomografia computerizzata.

Le pompe per il combustibile dello Space Shuttle sono state utilizzate nel 1995 per sviluppare una particolare pompa cardiaca, Left Ventricular Assist Device (LVAD). Questa pompa non viene impiantata nell’uomo ma lo mantiene in vita in attesa del trapianto e talvolta consente di evitarlo.

Vediamo un breve elenco di altri dispositivi medici che provengono dalle ricerche sviluppate alla NASA:

  • Digital imaging breast biopsy system, si tratta di un sistema di acquisizione digitale di immagini che si utilizza sulle biopsie al seno ed è stato sviluppato partendo dalla tecnologia del telescopio spaziale Hubble;
  • Trasmettitori per monitorare il feto durante la gravidanza;
  • Applicazione del laser all’angioplastica usando cateteri a fibra ottica;
  • Diodi a emissione di luce (LED) utilizzati in chirurgia in particolare in casi di cancro al cervello;
  • Pacemakers

Questo è veramente un breve elenco ma rende l’idea di quanto sia stato importante tradurre le ricerche per i voli spaziali in applicazioni per l’uomo sulla Terra.

In occasione dell’allunaggio, lo stesso giorno, il 20 Luglio del 2019, partirà una nuova missione spaziale che porterà Luca Parmitano sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Anche il nostro astronauta compirà una serie di esperimenti, oltre cinquanta, di tipo medico e non a caso la sua missione è chiamata “Beyond”, oltre!

Con lui ci saranno anche dei girini di Xenopus. Ma perché proprio una rana? Questa specie di rana è già stata ampiamente studiata in biologia e quindi si conosce molto della sua fisiologia. Perciò si possono riprodurre sull’ISS degli esperimenti, in particolare di rigenerazione dei tessuti e di accrescimento, i cui risultati sono ben noti e capire se, in condizioni di microgravità, questi processi rimangono inalterati o si modificano. Nell’ottica di una missione su Marte queste informazioni sono importanti perché in caso di ferita è necessario sapere se la rigenerazione di un tessuto avviene con gli stessi tempi attesi sulla Terra.

Un altro esperimento interessante sarà rivolto alla comprensione di come le missioni a lungo termine nello Spazio possano influenzare la composizione corporea, per esempio in termini di massa grassa e massa magra. Il monitoraggio dell’astronauta avverrà attraverso dei sensori i cui dati saranno trasmessi a tablet che acquisiranno anche informazioni sui pasti e il tutto verrà elaborato da nutrizionisti. Le conoscenze acquisite permetteranno di elaborare programmi specifici per la salute degli astronauti e probabilmente queste conoscenze potranno essere utilizzate anche sulla Terra.

Ecco un breve video di Parmitano che spiega il programma Beyond.
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