Il Sistema Nazionale Sanitario riserva oltre un quarto (il 26,3%) delle risorse alle Regioni per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ai cittadini. Purtroppo, non tutte le Regioni garantiscono l’accesso e il livello di cura richiesti.
La Fondazione Gimbe esegue il monitoraggio dei LEA (leggere qui per saperne di più) periodicamente e nel suo ultimo rapporto ha evidenziato alcune cose interessanti.
Le cure non sono uguali per tutti: enormi differenze tra nord e sud
L’Italia è divisa in 4 gruppi in relazione alla qualità delle cure che vengono fornite ai cittadini:
- Qualità superiore all’84,5% – Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Veneto, Lombardia;
- Qualità tra il 75,3 e l’84,5% – Umbria, Marche, Liguria, Friuli V.G., Provincia Autonoma di Trento, Basilicata;
- Qualità tra il 62,6 e l’75,2% – Abruzzo, Lazio, Sicilia, Molise, Puglia;
- Qualità inferiore al 62,6% – Valle d’Aosta, Calabria, Sardegna, Provincia Autonoma di Bolzano, Campania.
Oltre a questi dati, la Fondazione Gimbe evidenzia anche un altro aspetto da me più volte evidenziato, ad esempio in questo articolo, ovvero il fatto che la regionalizzazione del SSN porta a delle differenze molto significative da Regione a Regione e non necessariamente da Nord a Sud. Tuttavia, è innegabile che, in base agli indicatori dei LEA, le Regioni che forniscono una migliore assistenza sanitaria sono concentrate al Nord.
Inoltre, la Fondazione Gimbe, propone di utilizzare i numerosi spunti dei suoi rapporti per sviluppare il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG). Già, perché anche il Ministero della Salute si è reso conto che i parametri utilizzati per definire i LEA sono ormai anacronistici e sta lavorando per lanciare l’NSG da Gennaio 2020.
Nuovo Sistema di Garanzia (NSG): di cosa si tratta?
L’NSG misurerà l’equità, l’efficacia e l’appropriatezza che tutti i cittadini italiani ricevano le cure e le prestazioni definite nell’ambito dei LEA. Saranno ben 88 gli indicatori che verranno utilizzati. L’innovazione di maggiore importanza è che al contrario di quanto ora, dove i LEA sono misurati con un unico indicatore finale, con l’NSG, saranno 3 i criteri che dovranno essere misurati e soddisfatti indipendentemente. Questi criteri verranno misurati su una scala da 0 a 100 e dovranno raggiugere il minimo di 60. Anche solo uno degli indicatori al di sotto di 60, decreterà la Regione non adempiente i LEA.
I 3 criteri: prevenzionale, distrettuale, ospedaliera
Prevenzione (ad esempio copertura vaccinale; copertura delle attività riferite al controllo alimenti; proporzione di persone che hanno effettuato il test di screening per la mammella, di primo livello; ecc…);
Distrettuale (ad esempio tasso di ospedalizzazione in età pediatrica per asma e gastroenterite; tasso di ospedalizzazione in età adulta per diabete, scompenso cardiaco e broncopneumopatia cronica ostruttiva; ecc…);
Ospedaliera (ad esempio tasso di ospedalizzazione standardizzato per 1000 residenti; percentuale di parti cesarei primari in strutture con meno di 1000 parti all’anno; ecc…).
Queste innovazioni sono in linea con quanto recentemente dichiarato dal Ministro Speranza, ovvero che l’articolo 32 (qui per leggere cosa dice l’articolo 32) è il faro del programma di Governo.
Speriamo che sia effettivamente così, altrimenti continueranno ad esserci disparità di cure tra le Regioni che continueranno a portare alla migrazione sanitaria da una Regione a un’altra alla ricerca della migliore assistenza che dovrebbe invece essere garantita su tutto il territorio nazionale indipendentemente da dove si risiede.