Carenza di medici, differenze di livello di assistenza medica tra il Nord e il Sud, sono solo alcuni dei punti chiave del Patto per la Salute dichiarato dal Governo per il periodo 2019-2021. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Iniziamo dal 2013. In quell’anno ero un dipendente di una importante multinazionale che forniva i laboratori di Patologia degli ospedali di tutta Italia. Eravamo in piena crisi economica e il Governo decise per la spending review, ovvero tagliò il 5% della spesa pubblica della Sanità. Ricordo che ne conseguirono mesi di grande trambusto con gli ospedali che cercavano di risparmiare in tutti i modi. Finito quell’anno, non se ne parlò più, o quasi, ma i tagli continuarono, o meglio i finanziamenti alla spesa pubblica crebbero con un tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua. In altre parole, l’incremento del Fabbisogno Sanitario Nazionale (FSN) nell’ultimo decennio non è stato neppure sufficiente a mantenere il potere d’acquisto.

Dirò di più, nel decennio 2010-2019, tra tagli e definanziamenti al SSN, sono stati sottratti circa 37 miliardi di euro (Report Osservatorio Gimbe).

Cosa hanno determinato i tagli alla Sanità?

  • Riduzione degli importi delle gare di appalto, con conseguente riduzione della qualità dei materiali e servizi proposti dalle ditte partecipanti.
  • Riduzione del personale sanitario, inclusi i medici.
  • Aumento delle differenze di assistenza tra Nord e Sud.
  • Migrazione dei pazienti da Sud a Nord (come conseguenza del precedente punto).
  • E tante altre conseguenze che sarebbe troppo lungo elencare in questo articolo.

Mi vorrei soffermare sulla carenza di medici, argomento molto presente nel Patto per la Salute che rappresenta il documento strategico per migliorare la nostra Sanità Pubblica e abbraccia gli anni 2019-2021.

Il Patto per la Salute prevede un aumento di 2 miliardi di euro per il 2020 e 1,5 miliardi per il 2021, oltre a 1 miliardo già stanziato per il 2019. Ovviamente, questi soldi non servono solo per pagare gli stipendi di nuovi medici ma sono necessari per finanziare l’intero SSN. La spesa complessiva per la Sanità sfiorerebbe così i 118 miliardi di euro.

Cosa prevede il Patto per la Salute per fronteggiare la carenza di medici?

Oltre all’aumento per il triennio 2019-2021 descritto sopra, il Patto per la Salute prevede 10 milioni di euro all’anno per lo stesso periodo di tempo a favore di borse di studio di medicina generale con l’obiettivo di aumentare i medici di famiglia (leggi qui per approfondimenti) e quasi 136 milioni di euro per lo stesso triennio per potenziare il numero di medici specialistici.

Intanto, il Governo ha promosso un’altra iniziativa che dovrebbe fronteggiare la mancanza di medici negli ospedali, ovvero la possibilità che i medici rimangano in servizio anche oltre il settantesimo anno di età e che vengano affiancati dagli specializzandi a partire dal terzo anno di specialità. Iniziative interessanti ma se da un lato potremmo avere la possibilità di farci visitare da un medico di lunga esperienza, lo stesso medico sarebbe mosso dalle stesse motivazioni ed energia di un medico più giovane? E cosa possiamo dire degli specializzandi? Senz’altro medici ancora animati dallo spirito di Ippocrate ma pur sempre senza alcuna esperienza e, probabilmente, nella maggior parte dei casi buttati allo sbaraglio.

Sarebbe stato meglio che i Governi precedenti ci avessero pensato prima e oggi non saremmo nelle condizioni di chiedere ulteriori sforzi o sforzi prematuri a professionisti ai quali affideremo la nostra salute.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here