Epidemia, pandemia, outbreak. I media ne dicono di tutti i colori ma cosa dice la Scienza? Quali sono le opinioni basate su conoscenza e dati? Quali sono le conseguenze della non corretta informazione?

Nelle ultime ore l’emergenza coronavirus in Italia sembra aver scatenato una psicosi quasi holliwodiana da film disastrosi, con corse all’approvvigionamento di cibo con la previsione di dover rimanere isolati in casa per mesi, e supermercati depredati.

Le ultime statistiche dicono che ci siano 3 morti certificate nella nostra penisola e piu di 150 casi, trasformando l’Italia nel terzo paese al mondo con piu casi (qui le statistiche ufficiali).

Ma cosa dicono gli esperti del coronavirus, o meglio delle infezioni da SARS-CoV2 che causa la sindrome respiratoria denominata Covid-19? Ho raccolto diverse voci che riassumo brevemente.

IL PARERE DEGLI ESPERTI

Il Prof. Burioni, dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano dice – “C’è un solo modo per bloccare il virus: la quarantena per chi arriva dalla Cina”. Il Professore aggiunge inoltre che “la mortalità potenziale del Covid-19 è paragonabile a quella dell’influenza spagnola che tra il 1918 e il 1920 fece milioni di vittime in Europa”.

La Dott.ssa Gismondo, Direttore della Struttura Complessa, Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano dice: “A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così”. Aggiungendo poi: “Il nostro laboratorio ha sfornato esami tutta la notte. In continuazione arrivano campioni“.

La Dott.ssa Capua, Direttore del One Health Center of Excellence Florida University dice: “L’Italia sta vivendo una situazione più critica perché sta cercando i casi più attivamente di altri. E’ una sindrome simil-influenzale causata da coronavirus. Se si tratti di pandemia si potrà solo dire quando avremo test diagnostici applicati in tutta Europa”.

Il Prof. Maga, Direttore del CNR-IGM di Milano sostiene che: “L’infezione, dai dati epidemiologici disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% si può sviluppare una polmonite, il cui decorso e però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda un ricovero in terapia intensiva“.

Il Prof. Lopalco, dell’Università di Pisa sostiene invece che sia “presumibile che il coronavirus SARS-CoV2 abbia cominciato a circolare in Italia verso la fine di Gennaio, quando ancora l’allerta non era al massimo e i voli non erano bloccati. Vari soggetti avranno preso l’infezione magari senza accorgersene. Dunque, quella che vediamo è già la terza generazione di casi“.

SEMBRA TRAPELARE OTTIMISMO, MA …

Questi sono quattro pareri autorevoli e tutti sono concordi che nonsi tratti di una epidemia data la quantità di infettati noti e la maggior parte di loro sono d’accordo sul fatto che sia una seria influenza. L’unica voce fuori dal coro sulla gravità della SARS-CoV2 è quella del Prof Burioni che si basa sul fatto che su circa 150 casi accertati 25 siano in rianimazione.

Tuttavia, per dovere di completezza di informazione, bisogna dire, come sottolineato dal Prof Lopalco, che il numero di infettati è probabilmente molto maggiore e questo andrebbero a diminuire drasticamente la percentuale dei malati in rianimazione.

Inoltre, anche la mortalità sarebbe da rivedere alla luce del numero di infettati che non si sono rivolti alle strutture ospedaliere in Cina e presumibilmente anche in questo caso la mortalità si abbasserebbe da circa il 2,5% a una percentuale vicina a quella dell’influenza.

I pareri tornano a essere favorevoli anche sui sistemi diagnostici disponibili. Il Prof. Burioni dice chiaramente che i test diagnostici molecolari fatti nei primi giorni dopo il contagio non sono efficaci in quanto la così detta carica virale nella saliva non è rilevabile dal test. Ecco che allora i contagiati possono essere facilmente sottostimati, come sostenuto dal Prof. Lopalco.

QUALI SONO ALLORA LE DIFFERENZE TRA L’INFLUENZA E IL CORONAVIRUS?

Entrambe si originano da virus a RNA ma l’influenza è ben nota, si ripete ogni anno, infatti è definita sindrome influenzale stagionale (si manifesta in inverno). Il nostro organismo è abituato all’infezione e anche se il virus cambia ogni anno, i nostri anticorpi sono parzialmente attivi. Inoltre, è disponibile un vaccino antinfluenzale che ogni anno viene messo a punto sulla base delle modifiche del RNA del virus. Nonostante il virus dell’influenza sia piuttosto conosciuto ed esista un vaccino, non dobbiamo dimenticarci che ogni anno oltre 6 milioni di persone in Italia vengono infettate e sono tra 300 e 400 i decessi diretti mentre sono tre i 4mila e i 10mila i decessi tra chi sviluppa complicanze gravi a causa dei virus influenzali.

La SARS-CoV2 è invece un virus che incontra il nostro organismo presumibilmente per la prima volta, perciò le nostre difese immunitarie non hanno memoria e di conseguenza non ci sono anticorpi già attivi. Inoltre, per lo stesso motivo, non c’è alcun vaccino già disponibile.

Un’ultima ma sostanziale differenza tra il virus dell’influenza e la SARS-CoV2, è che l’influenza indebolisce l’organismo e lo rende attaccabile da batteri che sono la causa della polmonite. Mentre è lo stesso coronavirus SARS-CoV2 che origina la polmonite senza il bisogno che intervengano dei batteri. Questo forse lo rende più aggressivo del virus dell’influenza, ipotesi ancora da dimostrare.

In conclusione, la situazione è da tenere sotto controllo ma non deve preoccuparci al punto da saccheggiare i supermercati e chiuderci in casa in attesa che l’evento coronavirus SARS-CoV2 sparisca così come si è manifestato. Purtroppo, come sostiene la Dott.ssa Capua, questo non sarà l’ultimo caso ma a causa della globalizzazione e dell’intenso movimento di persone tra continenti dobbiamo prepararci ad affrontare situazioni simili nel futuro.

Seguiamo piuttosto con molta cura le indicazioni dei medici e del Ministero della Sanità, ovvero evitiamo i luoghi affollati, laviamoci spesso le mani, non tocchiamo occhi, naso e bocca con le mani, non prendiamo farmaci antivirali né antibiotici se non prescritti dal medico. Ricordiamoci inoltre, che i soggetti veramente in pericolo sono gli over 65 in particolare se diabetici, cardiopatici, forti fumatori o malati cronici. Queste sono le persone che dobbiamo aiutare maggiormente.

INFINE, UN CONSIGLIO SULLE MASCHERINE

Aggiungerei poi che se vogliamo ulteriormente proteggerci con una mascherina, l’unica che protegge veramente dai virus è definita FFP3, tutte le altre, incluse le mascherine chirurgiche verdi o azzurre, sono totalmente inutili.

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