Essere immuni o non essere immuni? Questo è il grande quesito che SARS-CoV-2 ha generato in tutto il mondo. Tuttavia, la vera domanda è: come accertarci di essere immuni al coronavirus?
Dati pubblicati recentemente dicono che la maggior parte dei pazienti ricoverati produce anticorpi contro SARS-CoV-2 (qui per approfondimenti). Tuttavia, non si sa ancora se gli anticorpi prodotti sono sufficienti per garantire una protezione a lungo termine. L’esperienza che abbiamo con la SARS e la MERS, ci dice che l’immunità dovrebbe essere di due anni ma se SARS-CoV-2 si dovesse comportare come un comune coronavirus che provoca il raffreddore, allora l’immunità sarebbe molto più breve.
Da questa incertezza parte il “Progetto Sierologia COVID-19”, uno studio collaborativo che coinvolge 48 laboratori italiani coordinati dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e l’Università di Pavia. L’obiettivo è la valutazione se la presenza di anticorpi and SARS-CoV-2 protegge dalla reinfezione e per quanto tempo.
Per cosa si differenzia il test del “Progetto Sierologia COVID-19”?
- E’ un test aperto, ovvero non commerciale e accessibile a tutti i laboratori e non richiede investimenti aggiuntivi in macchinari e materiali;
- rileva diversi tipi di anticorpi che caratterizzano l’intero spettro della risposta immunitaria all’infezione virale;
- ha una sensibilità (individua la presenza di anticorpi anche a livelli relativamente bassi) e specificità (esclude anticorpi diretti contro altri virus della stessa famiglia di SARS-CoV-2) molto elevate e costi enormemente inferiori ai test commerciali.
Inoltre, i dati raccolti dallo studio saranno disponibili in un database centralizzato aperto e consultabile da tutti i centri partecipanti al Progetto. Verranno studiati gruppi specifici di popolazione ad alto rischio di infezione come i pazienti oncologici. L’obiettivo principale è la valutazione dell’immunità conferita dagli anticorpi e la frequenza di reinfezione degli operatori sanitari e dei pazienti oncologici che sono entrambi soggetti ad alto rischio.
Il “Progetto sierologia COVID-19”, risponde anche ad alcune esigenze pratiche, ovvero al fatto che i test sierologici attualmente disponibili sul mercato non sono sufficientemente affidabili, ovvero non sono abbastanza sensibili e specifici. Facciamo un esempio: se il test sierologico non è abbastanza specifico, ovvero rileva la presenza di anticorpi contro altri coronavirus, come quelli che provocano il comune raffreddore, saremmo indotti a pensare che siamo immuni a SARS-CoV-2 e quindi darci una falsa sicurezza.
Fattibilità, costi e “patente di immunità”
Un altro importante argomento che questo progetto affronta, è la fattibilità di testare potenzialmente milioni di persone. Il costo dei test commerciali rappresenta un limite piuttosto importante, soprattutto nei Paesi con minore disponibilità economica, perciò avere a disposizione un test che può utilizzare le attrezzature normalmente presenti nei laboratori, rappresenta un indubbio vantaggio.
Un’ultima considerazione deve essere fatta sulle conseguenze della disponibilità di un test sierologico affidabile collegato a una “patente di immunità” di cui tanto si parla:
- la “patente” dovrebbe essere rinnovata molto frequentemente, soprattutto nei periodi invernali quando il virus è più attivo. Non avere anticorpi oggi non vuol dire che non potrei svilupparli domani. Questo significa fare tantissimi test con le conseguenze logistiche e di costo che si possono immaginare;
- potrebbe aprire un tema di discriminazione, poiché alcune parti della popolazione potrebbero non aver accesso ai test se non forniti dal Sistema Sanitario Nazionale.
- Le compagnie assicurative potrebbero concedere polizze solo ai “patentati” e come regolamentare l’accesso ai dati?
- Se avere la “patente di immunità”, mi consentisse di godere a pieno della mia libertà, potrei essere indotto a cercare il contagio per sviluppare gli anticorpi?
Forse uno scenario futuristico ma senz’altro possibile e al quale dobbiamo prepararci, informarci e avere una opinione a riguardo qualora il Governo dovesse chiamarci a decidere.
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