A sette mesi dall’inizio dell’epidemia, poi trasformatasi in pandemia, di SARS-CoV-2, ci si chiede ancora quali siano le regole di diffusione del virus. Qual è il significato di R0 e come dobbiamo comportarci? Covid-19 è una infezione che ha messo a nudo la straordinaria complessità della nostra società, in cui le azioni del singolo possono avere conseguenze su un’intera popolazione.
Come definito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), R0 rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione suscettibile, ovvero mai venuta a contatto con il patogeno in questione. Ora, questa definizione si adatta ma non perfettamente al caso di SARS-CoV-2, poiché dopo sette mesi di pandemia è piuttosto difficile che ci siano delle popolazioni che non siano entrate prima in contatto con il coronavirus. Tuttavia, per praticità teniamo buona la definizione che ci aiuta a misurare la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva.
Facendo un esempio pratico, se R0 è circa 2, significa che in media un singolo malato infetterà due persone. Da qui si deduce che tanto è più alto R0, tanto più elevato è il rischio di diffusione dell’infezione. Se invece R0 è inferiore a 1, l’epidemia può essere contenuta.
R0 è quindi un parametro molto importante da misurare in quanto è funzione:
- della probabilità di trasmissione per singolo contatto tra una persona infetta e una suscettibile;
- del numero dei contatti della persona infetta;
- della durata dell’infettività.
Perciò, riducendo almeno uno di questi tre parametri, possiamo controllare R0 e ridurre l’area di contagio e rallentare la diffusione di SARS-CoV-2.
Questo spiega chiaramente il motivo per cui, durante l’estate, grazie agli assembramenti principalmente nei luoghi della movida, si è osservato un drastico innalzamento del numero dei casi di infezione. Poiché non viviamo isolati, queste stesse persone sono rientrate nel loro abituale contesto sociale e hanno funzionato da innesco in nuovi territori riportando a far crescere l’infezione in tutte le regioni Italiane.
Opportunità e probabilità di trasmissione
Veniamo ora alle regole di contagio. Sono fondamentalmente quattro i principali componenti che sono alla base della diffusione di un virus e che portano una persona infetta a diffondere l’infezione ad altri:
- quanto a lungo una persona è infetta;
- l’opportunità di trasmissione durante questo periodo;
- la probabilità di trasmissione durante ogni contatto;
- la probabilità che una persona che entra a contatto con una infetta sia suscettibile a quella infezione.
Su quale di questi parametri possiamo agire?
Senz’altro sul secondo e terzo, poiché possiamo decidere quante persone incontrare, anche se non sappiamo se siamo infetti o meno e soprattutto possiamo decidere quali misure adottare per limitare il rischio di contagio sia verso gli altri che verso noi stessi. Le misure di sicurezza le conosciamo molto bene, sono scritte su cartelli all’ingresso di ogni esercizio commerciale e sono ben spiegate anche dai media. Sono facili da adottare senza dover cadere necessariamente nell’eccesso e quindi isolarsi completamente dal resto della comunità (leggi qui per un riepilogo).
Conosciamo anche molto bene chi sono i soggetti più a rischio, anziani, immunodepressi, persone con malattie croniche o multi-patologie. Anche le cure e i trattamenti sono ben sviluppati ora e consentono un alleggerimento delle terapie intensive (leggi qui per approfondimenti).
Per quanto riguarda quanto a lungo una persona può infettare, non è ancora completamente chiaro, i tempi sono molto variabili e la certezza la possiamo avere solo dopo aver verificato la carica virale della persona infetta.
Infine, la probabilità che una persona che entra a contatto con una infetta sia suscettibile a quella infezione è un altro argomento molto interessante e altrettanto complesso. Partendo dai bambini, diverse ricerche dimostrano che sono meno suscettibili a SARS-CoV-2 (leggi qui per approfondimenti). Ci sono diverse indicazioni che anche la genetica svolge un ruolo importante nella trasmissione dell’infezione e addirittura ci sono delle differenze di suscettibilità all’infezione tra uomini e donne (qui per approfondimenti).
Nulla è scontato quando si parla di infezioni da microorganismi e SARS-CoV-2 ne rappresenta la massima espressione e ha diffuso questa consapevolezza anche tra i non addetti ai lavori.
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