In Danimarca è stato identificato un nuovo ceppo di SARS-CoV-2 che si trasmette dai visoni all’uomo. Quanto è pericoloso e perché?
Il 4 Novembre si è diffusa una notizia che ha rapidamente conquistato l’attenzione di tutti i media. Il governo Danese ha annunciato che avrebbe eliminato 17 milioni di visoni allevati in cattività in quanto potenziali “untori” di coronavirus per l’uomo.
Cosa hanno di diverso i visoni da cani e gatti? E perché abbatterli?
Dall’inizio della pandemia, oltre 50 specie di animali sono state trovate positive per il ceppo dominante di SARS-CoV-2, tra questi cani, gatti e scimmie ma poiché non sono mai stati rilevati casi di trasmissione da questi animali all’uomo, non è mai stato necessario intervenire.
La situazione con i visoni è diversa, in quanto, a seguito di stretti controlli che vengono eseguiti sulla diffusione di Covid-19, gli scienziati Danesi hanno individuato un nuovo ceppo di SARS-CoV-2 che presenta quattro mutazioni che lo differenziano significativamente dai ceppi conosciuti e responsabili della malattia infettiva.
La caratteristica principale di questo nuovo ceppo è che sembra consentire al coronavirus di trasmettersi dal visone all’uomo attraverso un processo chiamato zoonosi. Lo stesso processo che ha consentito a SARS-CoV-2 il salto di specie oltre un anno fa, contagiando il primo uomo al mercato cinese di Wuhan.
Quali sono le conseguenze della mutazione nei visoni?
La sequenza genica del nuovo ceppo di SARS-CoV-2 è stata depositata in una banca dati pubblica solo da pochi giorni e sono quindi ancora in corso gli studi da parte di tutti i gruppi di ricerca interessati. Tuttavia, le prime analisi effettuate dagli scienziati danesi e che hanno generato l’allarme, hanno evidenziato almeno quattro mutazioni a carico della proteina “spike” che ha determinato la capacità del coronavirus di passare dal visone all’uomo.
Al momento sono solo 12 le persone contagiate e mostrano sintomi non gravi. Tuttavia la conseguenza più importante è il fatto che il coronavirus trasmesso dai visoni all’uomo, non risponde agli anticorpi neutralizzanti che agiscono contro il ceppo dominante di SARS-CoV-2. Quindi, la cosa preoccupante è che il nostro sistema immunitario non può trasferire le armi sviluppate (gli anticorpi neutralizzanti) contro il nuovo ceppo.
Che impatto potrebbe avere sullo sviluppo del vaccino?
Seppur già infettati da Covid-19, si può essere contagiati nuovamente da un nuovo ceppo. E la conseguenza più importante è sul vaccino in fase di sviluppo che potrebbe essere poco o per nulla efficace. Questo perché il vaccino ha l’obiettivo di indurre anticorpi contro la proteina “spike” in modo che il virus non si possa introdurre nelle cellule umane.
Fino ad oggi sono state identificate migliaia di mutazioni nella sequenza genica di SARS-CoV-2 e solo in questo caso sembra che ci sia un reale impatto sulla sua capacità di infettare le cellule umane. Le nuove mutazioni sono nella regione codificante per la proteina “spike”, tuttavia i vaccini contengono tante parti diverse di questa proteina che servono per spingere il sistema immunitario a produrre anticorpi contro il virus.
La buona notizia è quindi che è improbabile che le mutazioni presenti sul coronavirus trasmesso dai visoni, rendano completamente inefficaci i vaccini. Tuttavia la domanda potrebbe essere: quanto sarebbero efficaci?
Cosa sta facendo il governo danese?
Il governo danese, appena venuto a conoscenza di questo nuovo ceppo e della sua potenziale pericolosità, ha immediatamente adottato delle misure di sicurezza molto dure. Oltre 17 milioni di visoni in più di mille allevamenti, sono stati abbattuti con un danno economico di circa 785 milioni di dollari. Inoltre, è stato imposto il lockdown di una area piuttosto estesa della Danimarca dove vivono circa 280 mila persone.
Queste misure sono state prese nonostante i casi di trasmissione da visone a essere umano siano solo 12. O almeno è questo il numero di persone che hanno mostrato sintomi e che hanno quindi innescato la ricerca che ha condotto all’identificazione del nuovo ceppo virale.
La paura del governo Danese sta nel fatto che le 12 persone sintomatiche, come abbiamo detto prima, non rispondono positivamente nel formare anticorpi e questo costituisce un pericolo per l’efficacia del vaccino (cosa da verificare). Inoltre, non si è a conoscenza di quanto a lungo queste persone siano state asintomatiche e quindi con quante altre persone siano venute a contatto prima della diagnosi di positività. Per questo motivo il governo Danese ha immediatamente circoscritto la zona per minimizzare il rischio di diffusione incontrollata del nuovo ceppo di coronavirus.
Ma i visoni, essendo di allevamento, dove hanno contratto il virus?
Molto probabilmente lo hanno contratto da uno o più essere umani che glielo hanno trasmesso. Poi, i visoni hanno svolto il ruolo di “contenitori” del virus. Questo caso riporta alla luce l’incidenza degli allevamenti intensivi sulle zoonosi. Quando gli animali vivono ammassati in cattività, i virus trovano un grande terreno fertile per poter testare mutazioni che li rendano più infettivi e non sempre sono anche meno letali.
Dovremmo in generale riflettere su come gestiamo gli allevamenti, sia di animali di interesse economico che animali da consumo alimentare e trovare un equilibrio con la natura che ci metta al riparo dalle zoonosi e ridia dignità alla vita degli animali.
La notizia è esplosa in questi giorni ma la World Organization for Animal Health da alcuni mesi riporta che sei nazioni (Danimarca, Olanda, Spagna, Svezia, Italia e USA) hanno già comunicato la diffusione dell’infezione da SARS-CoV-2 negli allevamenti di visoni. Perciò, quanto osservato in Danimarca potrebbe non essere il solo caso.
Questo è un video che mostra un allevamento intensivo in Danimarca e la qualità della vita di questi animali.
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