Il sogno della medicina rigenerativa è quello di costruire organi completamente funzionanti. Un sogno che ha visto la sua realizzazione nella costruzione di un timo artificiale grazie a team di ricercatori inglesi e italiani.

Il timo è un organo che si trova nel torace, dietro lo sterno. E’ molto importante in quanto la sua funzione principale è quella di garantire la maturazione dei linfociti T, un tipo di globuli bianchi che svolgono un ruolo fondamentale all’interno del sistema immunitario.

Cosa succede se il timo non funziona?

Se il timo non funziona correttamente o non si forma durante lo sviluppo fetale, possono manifestarsi gravi malattie a carico del sistema immunitario come l’immunodeficienza, per cui l’organismo non riesce a contrastare patologie infettive.

In altri casi, un mal funzionamento del timo può portare a situazioni di autoimmunità, per cui il sistema immunitario attacca erroneamente il tessuto sano. In ultimo è possibile che si sviluppi anche un tumore, chiamato timoma nel 90% dei casi. Il timoma è un tumore che colpisce soprattutto nella fascia di età tra i 40 e i 60 anni.

Come si può curare un funzionamento non corretto del timo o una patologia a carico del timo?

Nel caso di mancato sviluppo fetale purtroppo non esistono trattamenti, negli altri casi, come ad esempio il tumore, si può intervenire chirurgicamente oppure con trattamenti chemioterapici o radioterapici.

Cosa hanno scoperto i ricercatori inglesi e italiani?

I ricercatori dell’Istituto Francis Crick e dell’University College London, con il contributo del Laboratorio di Epigenetica degli Organoidi e Cellule Staminali dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, hanno ricostruito per la prima volta un timo artificiale.

Lo studio è stato pubblicato recentemente su Nature Communications e ha destato molto interesse perché la ricostruzione dell’organo è avvenuta partendo da cellule staminali di pazienti sottoposti a rimozione chirurgica del timo.

Bisogna chiarire che non si tratta di un timo artificiale poi reimpiantato nel paziente ma il timo è stato impiantato in un modello animale, nello specifico in un topo immunodeficiente, ovvero non in grado di sviluppare linfociti T funzionanti maturi.

Quali saranno i passi futuri?

Questo studio prova come sia possibile ricostruire un timo a partire da cellule staminali del paziente stesso, cosa mai avvenuta fino ad ora per nessun organo.

L’intensione del gruppo dell’Istituto Europeo di Oncologia, è di utilizzare questa tecnica nei casi di cancro del timo quando risulta indispensabile l’asportazione del timo del paziente.

Inoltre, poiché il timo aiuta il sistema immunitario a riconoscere le cellule estranee, in caso di trapianti d’organo, può succedere che l’organo del donatore sia riconosciuto come estraneo dal ricevente e quindi il timo spinga il sistema immunitario ad attaccare lo “straniero”.

Questo problema si potrebbe superare impiantando nel soggetto ricevente un timo rigenerato da cellule prelevate dal timo del donatore che dovrebbe riconoscere come proprie le cellule dell’organo trapiantato.

Insomma, un altro passo importante della scienza nella lotta contro il cancro.

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