In seguito a tutte le polemiche sulla sicurezza del vaccino di AstraZeneca, la nuova frontiera sembra essere l’approccio combinato, ovvero fare la seconda dose con un vaccino a mRNA a tutti gli under-60 che hanno ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca.
Nonostante i dati di sicurezza del vaccino AstraZeneca siano simili a quelli di altri vaccini anti-Covid, il CTS (Comitato Tecnico Scientifico) ha deciso che tutte le persone under-60 vaccinate in prima dose con il vaccino AstraZeneca (Vaxzevria), riceveranno in seconda dose un vaccino a mRNA tra Pfizer-BioNTech (Comirnaty) o Moderna (mRNA-1273).
I motivi di sicurezza per la fascia di età inferiore ai 60 anni non sono supportati dai dati statistici di eventi fatali a carico del sistema coagulatorio, ovvero anche tra i non vaccinati, la probabilità di un evento trombotico è simile a quella dei vaccinati con AstraZeneca. A nostro parere ci sono altri motivi che spingono, non solo l’Italia, a questa decisione, forse motivi economici insieme a pressioni esercitate dai media. Altrimenti, in Inghilterra dove si è utilizzato quasi esclusivamente il vaccino anti-Covid-19 di AstraZeneca, si dovrebbero registrare tantissimi casi di trombosi tra i vaccinati. I dati forniti dall’Mhra, dicono che con oltre 40 milioni di prime dosi somministrate, gli eventi di trombosi, coaguli di sangue o embolia polmonare sono in percentuale inferiore a quella della popolazione non vaccinata.
E’ una novità fare vaccinazioni ‘combinate’?
No, non lo è. E’ stata testata nel recente passato per alcuni vaccini sperimentali contro l’HIV ed è stata utilizzata in casi in cui è difficile reperire dosi per tutti.
L’Italia non è la sola a seguire questa strada, Germania, Spagna, Francia, Danimarca, Norvegia e Canada sono della stessa idea. Decisione però non ancora supportata da solidi dati, poiché è solo da poco tempo che si è iniziato a testare la vaccinazione combinata.
Cosa dicono gli studi sulla vaccinazione combinata a proposito di sicurezza?
A studiare la strategia combinata con prima dose di vaccino AstraZeneca e seconda dose con un vaccino a mRNA, sono diversi gruppi di ricerca in tutto il mondo. Lo studio inglese Com-Cov ha analizzato la tollerabilità della combinazione su 830 volontari ed è stato sottoposto a revisione alla prestigiosa rivista Lancet. Dall’indagine non sono emersi problemi di sicurezza degni di nota, mentre risulta un possibile aumento degli effetti collaterali lievi e moderati, come febbre e mal di testa.
I limiti dello studio sono relativi al fatto che l’indagine è svolta su persone di 50 e più anni. Tuttavia, altri studi indicano che Pfizer-BioNTech è molto sicuro per quanto riguarda gli eventi emorragici e trombotici. Se dopo la prima dose con AstraZeneca non si sono verificati eventi avversi di tipo coagulativo, è ragionevole pensare che sia estremamente improbabile che si verifichino dopo la seconda dose.
Anche uno studio spagnolo conferma i dati dello studio inglese ed è stato condotto su 663 volontari.
Qual è l’efficacia della vaccinazione combinata?
Gli studi a oggi disponibili, principalmente quello spagnolo e quello inglese, mostrano risultati sull’efficacia molto buoni. Infatti, dopo la seconda dose di Pfizer-BioNTech, i partecipanti allo studio hanno prodotto livelli di anticorpi molto più alti rispetto alla prima dose con AstraZeneca. Questo risultato è atteso, perciò non meraviglia, tuttavia è necessario provarlo per essere sicuri.
Basta somministrare due dosi e il gioco è fatto?
Purtroppo no. L’argomento vaccinazione combinata è molto più complesso. Per essere sicuri che sicurezza e l’efficacia siano massimi, è necessario trovare il giusto mix, ovvero non basta somministrare due dosi differenti. Ad esempio, un recente studio su Lancet ha mostrato che, indipendentemente dall’ordine di somministrazione, se la distanza tra prima e seconda dose è di sole 4 settimane, il rischio di effetti collaterali è significativamente maggiore di chi riceve le due dosi dello stesso vaccino. La strada è ancora lunga e le incognite, dunque, non mancano. Solo i dati accumulati nel tempo potranno dirci se si tratta di una strategia vincente.
Purtroppo il tempo è proprio la variabile che manca in questa equazione.