Quali sono le cure disponibili contro Covid-19? Esiste un anti-virale efficace e a che punto è la sperimentazione?

La ricerca e le case farmaceutiche non si sono solo concentrate sui vaccini anti-Covid negli ultimi 20 mesi, sono stati fatti molti passi avanti anche nello studio di cure efficaci.

In particolare, l’azienda farmaceutica Merck, ha presentato le scorse settimane la prima pillola anti-Covid (Molnupiravir) che, dalle prime notizie diramate, sembra capace di ridurre i casi di ospedalizzazione e di morte di circa il 50% (ne avevamo dato notizie preliminari in questo articolo).

Prima un po’ di storia: niente di totalmente nuovo

Il principio attivo alla base di molnupiravir non è nuovo, i ricercatori della Emory University di Atlanta (USA) ci lavorano dal 2013 con l’intenzione di farne un farmaco anti-influenzale ad ampio spettro. A causa della pandemia, le ricerche si sono concentrate sui possibili effetti benefici della somministrazione del molnupiravir a pazienti contagiati da SARS-CoV-2.

Quindi non si tratta di un principio attivo scoperto all’ultimo minuto ma di una molecola ben nota e largamente studiata.

Come funziona la pillola anti-Covid?

Questo farmaco, il cui nome commerciale è molnupiravir, si può prendere per via orale e consentirà a chiunque di proteggersi dagli effetti più nocivi di SARS-CoV-2.

Le indicazioni fornite fino ad ora dalla Merck sono che la pillola dovrebbe essere presa, sotto prescrizione medica, due volte al giorno per cinque giorni all’insorgenza dei sintomi. La massima efficacia del farmaco è garantita dalla casa farmaceutica se la pillola viene presa entro cinque giorni dalla comparsa dei sintomi.

La caratteristica più interessante di questa pillola è che può essere presa stando a casa propria e riducendo sensibilmente i sintomi e gli effetti di SARS-CoV-2 riduce di conseguenza anche la richiesta di ospedalizzazione e la letalità del coronavirus. Inoltre, rispetto agli anticorpi monoclonali costa molto meno e non necessità di un medico per la somministrazione.

A che punto sono le sperimentazioni?

In fase pre-clinica, il farmaco ha bloccato in 24 ore la trasmissione di SARS-CoV-2 nei furetti e nello studio di fase III, condotto su 750 persone, ha dimezzato il rischio di ricoveri e decessi in persone ad alto rischio e che presentavano Covid-19 in forma lieve o moderata, se somministrato nelle fasi iniziali dell’infezione, ovvero entro cinque giorni dalla comparsa dei sintomi.

Quali sono le differenze tra un vaccino e la pillola anti-virale?

La differenza più evidente è che un vaccino è preventivo, perciò deve essere assunto in assenza di sintomi, mentre la pillola anti-Covid deve essere presa solo alla comparsa dei sintomi.

Un’altra importante differenza, è che la pillola anti-Covid non agisce sulla proteina Spike (leggi qui per approfondimenti) ma contro la polimerasi virale, un enzima utilizzato dal virus per replicarsi all’interno dell’organismo.

L’azione del farmaco sembra essere quella di introdurre degli errori nel codice genetico del virus, ovvero nel suo RNA inibendone la replicazione, in altre parole è come se rendesse sterile il virus che non è più capace di replicarsi e non fa scatenare il nostro sistema immunitario.

Un’altra importante differenza tra i vaccini e la pillola anti-Covid è che quest’ultima, come abbiamo detto, non agendo sulla proteina Spike che può mutare, è potenzialmente efficace anche in caso di varianti.

Infine, il costo di un vaccino al paziente o a sistema sanitario è molto inferiore (da 3 a 20€) rispetto alla pillola anti-Covid il cui costo per ciclo (10 pillole) è di circa 700 dollari.

Quando potrebbe essere messa in commercio in Italia?

Negli Stati Uniti, la Merck cercherà di ottenere l’autorizzazione all’uso di emergenza del farmaco da parte dell’ente regolatorio americano Food and Drug Administration (FDA). Nel frattempo, il Governo degli Stati Uniti si è impegnato ad investire 1,2 miliardi di dollari nell’acquisto del molnupiravir una volta che la FDA ne autorizzerà l’uso.

In Italia, l’Ospedale San Martino di Genova ha comunicato che è il primo centro in Italia ad aver iniziato uno studio arruolando pazienti. Visti i dati così promettenti, ci si aspetta che anche altri centri inizieranno a breve la validazione degli studi clinici su pazienti.

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